sabato 30 agosto 2008

"Nessuno si è mai perso...

...su una strada dritta."
Parole dall'India,quasi sibilline: invito a perdersi o a seguire sempre una medesima via?
Eppure a volte non è utile, perfino necessario perdersi per trovare poi,
finalmente la strada giusta?
Ben ritrovati.

venerdì 1 agosto 2008

Buone vacanze

Nell'augurare a tutti voi visitatori del sito buone vacanze,
vi do appuntamento a settembre per nuovi viaggi
alla scoperta di cultura, tradizioni e popoli!

sabato 26 luglio 2008

Dietro i colori di una bandiera

Spesso dimentichiamo quanti significati stanno dietro i colori e i simboli di una bandiera.
Quella del Mozambico, adottata nel 1983,ha tre colori in orizzontale (il nero indica l'Africa, il giallo e il verde le risorse della terra e del sottosuolo)e il rosso che simboleggia la lotta per l'indipendenza dai colonizzatori portoghesi. La stella indica l'adesione al socialismo, il libro la fede nell'educazione e l'arma al centro, la ferma determinazione a lottare difendere indipendenza e libertà tanto a lungo agognate.
Un altro paese, nel quale Mani Tese sostiene una serie di progetti dedicati all'infanzia e alle donne, porta nei colori della sua bandiera, desideri indipendenza dopo secoli di dominio straniero. Si tratta del sucontinente indiano.


La bandiera indiana viene anche detta Tiranga, "tricolore" nell'antica lingua indiana, il sanscrito. Consiste di tre bande orizzontali: color zafferano, bianca al centro che ha nel mezzo una chakra (ruota) blu con ventiquattro raggi, e verde. Il color zafferano simboleggia il coraggio, il bianco è per la pace, e il verde per la prosperità. La chakra (ruota di filatura) rappresentava in origine la ruota di filatura di Gandhi, che simboleggiava l'autosufficienza, ma venne in seguito cambiata con la Ashoka Chakra, la "ruota della legge" che si trova negli emblemi del III secolo dell'Imperatore Ashoka. I ventiquattro raggi della ruota simboleggiano le ore del giorno e il progresso incessante.

sabato 19 luglio 2008

Isola di Bazaruto: paradiso dei dugonghi

Tradizionalmente il Mozambico non è meta turistica come lo sono invece da lungo tempo paesi come il Kenia o il Sudafrica, ma di recente sta suscitando un crescente interesse soprattutto presso gli operatori legati all'ecoturismo, grazie alla natura incontaminata di molte aree dell'entroterra (abbiamo già parlato della riserva di Niassa) e degli arcipelaghi nell'Oceano Indiano, come quelli di Bazaruto e di Quirimbas. Qui le strutture turistiche sono in generale piuttosto scarse specie nelle aree più selvagge e ciò, permettetemi di dire è un bene: sempre più spesso paradisi naturali sono deturpati da catane di hotel, squallidi negozi di souvenir e attrazioni "alla occidentale", atte a soddisfare un turista poco sensibile e non rispettoso delle usanze del luogo.

Panoramica dell'isola di Bazaruto

Il Mozambico, paese ricco di una straordinaria varietà di ecosistemi, ospita anche una specie che attira grande attenzione internazionale: il dugongo. Questo animale (simile ad un elefante marino) appartenente alla famiglia dei Sirena, è lungo circa 3 metri e pesa 150 kg. e si nutre prevalentemente di alghe. Nel passato è stato lungamente cacciato a causa della sua ottima carne sino a metterlo a rischio di estinzione, oggi è possibile avvistarlo nei pressi dell’arcipelago di Bazaruto, Baia Inhambane, Angoche, e all’Isola di Mozambico.


Un dugongo
L’arcipelago di Bazaruto situato a circa 15 km dalla costa tra i centri di Vilankulo e Invasolo, è formato da 5 isole principali e molte isole minori. Dal 1971 l’arcipelago è stato ricompresso nel Worldwide Fund of Nature perchè habitat di molte specie protette quali la tartaruga Caretta. Grandi colonie di uccelli popolano le coste dalle lunghissime spiagge, mentre i fondali, ancora quasi del tutto inesplorati, offrono spettacolari siti per le immersioni.

martedì 15 luglio 2008

Orecchie,cuore,bocca.

Una ironica favola mozambicana sulle parti del corpo...
Un giorno la bocca, chiese con arroganza a tutte le altre parti del corpo: “Nonostante il corpo sia uno solo, qual è l’organo più importante?”Gli occhi risposero: “Siamo noi di certo, osserviamo infatti tutto ciò che ci circonda”.“No, siamo noi, dissero le orecchie, che sentiamo ogni piccolo rumore e avvertiamo il corpo dei pericoli”.“Vi sbagliate, dissero le mani, perché siamo noi ad afferrare ed impugnare le cose che servono”.Il cuore, allora, prese la parola ed esclamò: “Sono io il più importante, perché faccio funzionare tutto l’organismo”.“E io conservo gli alimenti e nutro il corpo” disse lo stomacoE mentre tutti stavano così discutendo, una donna portò da mangiare.Gli occhi videro, le orecchie sentirono, il cuore si emozionò, lo stomaco si agitò, le mani afferrarono, ma la bocca non volle mangiare, allora tutte le altre parti del corpo persero le forze, e a quel punto la bocca chiese di nuovo: “Chi è dunque l’organo più importante del corpo?”E tutti gli altri in coro risposero “Sei tu, senza dubbio, sei tu, o bocca, il nostro re!”